Il nostro inno nazionale è stato scritto da Goffredo Mameli, un giovane che nel 1848 lottava perché l'Italia fosse liberata dai dominatori (gli imperatori d'Austria). Nei versi di questo inno, Goffredo si richiama alla Roma antica, quando l'Italia era forte e libera.
Fratelli d'Italia
L'Italia s'è desta, Dell'elmo di Scipio S'è cinta la testa. Dov'è la Vittoria? Le porga la chioma, Ché schiava di Roma Iddio la creò (2 volte). Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò (2 volte). Noi fummo da secoli Calpesti, derisi, Perché non siam popolo, Perché siam divisi. Raccolgaci un'unica Bandiera, una speme: Di fonderci insieme Già l'ora suonò. Uniamoci, amiamoci, l'Unione, e l'amore Rivelano ai Popoli Le vie del Signore; Giuriamo far libero Il suolo natìo: Uniti per Dio Chi vincer ci può? Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò (2 volte). Dall'Alpi a Sicilia Dovunque è Legnano, Ogn'uom di Ferruccio Ha il core, ha la mano, I bimbi d'Italia Si chiaman Balilla, Il suon di squilla I Vespri suonò. Son giunchi che piegano Le spade vendute: Già l'Aquila d'Austria Le penne ha perdute. Il sangue d'Italia, Il sangue Polacco, Bevé, col cosacco, Ma il cor le bruciò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò (2 volte). |
L'elmo di un comandante nell'antica Roma.
Scipione l'Africano è un condottiero che, ai tempi dei Romani ( 200 a.C.), sconfisse l'esercito cartaginese a Zama, in Africa. E' rimasto famoso perché Cartagine era la principale ed odiatissima nemica di Roma.
La Vittoria era immaginata dai Romani come una dea alata, dai lunghi capelli.
La coorte era un gruppo di soldati della legione romana (i Romani avevano la legione, come gli Elleni avevano la falange oplitica).
Nel 1848, l'Italia era ancora divisa in sette stati. La Lombardia ed il Veneto erano dominati dagli Austriaci.
Goffredo ed altri giovani volevano un' Italia unita e libera dai dominatori stranieri (gli Austriaci). Goffredo pensa a tutti i momenti della storia in cui l'Italia ha combattuto lo straniero. Legnano è una battaglia in cui i lombardi sconfiggono l'imperatore tedesco Barbarossa, che li aveva invasi. Siamo nel 1176.
Francesco Ferrucci sconfisse le truppe di Carlo V (imperatore tedesco) a Gavinana, nel 1530. Se vai in questo paese di montagna, nella piazza centrale trovi una statua di Ferrucci a cavallo. Ferrucci fu catturato ed ucciso da un italiano che si era venduto allo straniero; prima di morire, pronuncia queste parole: "Vile Maramaldo, tu uccidi un uomo morto".
Balilla è un bambino che aiutò il popolo di Genova a combattere contro gli Austriaci.
Nel 1282 il suono di tutte le campane ("d'ogni squilla") avvertì il popolo di Palermo che doveva scendere in piazza per cacciare i Francesi. Era sera: di solito le campane a quell'ora suonavano per chiamare le persone alla preghiera del Vespro. Perciò questa rivolta del popolo viene chiamata "Vespri Siciliani".
L'Aquila a due teste era il simbolo dell'Impero di Austria-Ungheria. I cosacchi sono i Russi, che insieme agli Austriaci avevano invaso ed annesso la Polonia. Le spade vendute sono i mercenari, cioè soldati che combattono per denaro, e non per la patria: le loro spade sono deboli come fuscelli !!!!
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