Germania, 1987; sono riuscito a scappare dalla guerra ed a nascondermi, ma il luogo non risulta sulle mappe né ha un nome. Non c’è niente, solo fango che rallenta le mie corse. Credetti che la terra fosse disabitata finchè non sentii un rumore di ali alzarsi in cielo: alzai il mio sguardo spaventato e non vidi nulla.
Ma quando mi girai di schiena scorsi un uccello: o era un uomo ? Mi pareva entrambe le cose: sì, era semplicemente entrambi.
Mi nascosi per giorni e notti; intanto feci delle ricerche sul computer e scoprii che era l’uomo-Falena, metà uomo e metà uccello, con un’astuzia da volpe, ma con un’aria da leone. Aveva delle ali immense, come se non finissero mai; aveva delle gambe da uccello, ma la corporatura umana. Tranne la testa; essa era piccola, era un becco…i suoi occhi erano attaccati all’inizio del becco; nella notte si accendevano come fuochi. Li teneva sempre socchiusi per fissarti; per non chiuderli quando cercavi di scappare.
Ad un tratto mi disse:
- Non scappare ! Io cerco di dirti che il mondo è in pericolo: tra
catastrofi e fiumi che straripano forse morirete tutti -.
La sua voce mi infuocava l’anima; ma se lui sapeva queste cose dovevo resistere ed ascoltare.
- Cosa dobbiamo fare ? – gli chiesi.
Lui rispose:
- Create le sponde, ed i fiumi non si infurieranno più; create strade asfaltate più sicure, e la terra non avrà più così freddo da tremare -.
Lo ringraziai e gli chiesi se con le sue ali mi potesse portare a casa per diffondere le nuove e preziose idee, da lui ricevute.
Infine diventammo amici e spesso andai a trovarlo.
Sto ancora cercando di aiutare gli uomini sulla Terra, chissà se mi
ascolteranno…
(Elisa Carulli)
Ma quando mi girai di schiena scorsi un uccello: o era un uomo ? Mi pareva entrambe le cose: sì, era semplicemente entrambi.
Mi nascosi per giorni e notti; intanto feci delle ricerche sul computer e scoprii che era l’uomo-Falena, metà uomo e metà uccello, con un’astuzia da volpe, ma con un’aria da leone. Aveva delle ali immense, come se non finissero mai; aveva delle gambe da uccello, ma la corporatura umana. Tranne la testa; essa era piccola, era un becco…i suoi occhi erano attaccati all’inizio del becco; nella notte si accendevano come fuochi. Li teneva sempre socchiusi per fissarti; per non chiuderli quando cercavi di scappare.
Ad un tratto mi disse:
- Non scappare ! Io cerco di dirti che il mondo è in pericolo: tra
catastrofi e fiumi che straripano forse morirete tutti -.
La sua voce mi infuocava l’anima; ma se lui sapeva queste cose dovevo resistere ed ascoltare.
- Cosa dobbiamo fare ? – gli chiesi.
Lui rispose:
- Create le sponde, ed i fiumi non si infurieranno più; create strade asfaltate più sicure, e la terra non avrà più così freddo da tremare -.
Lo ringraziai e gli chiesi se con le sue ali mi potesse portare a casa per diffondere le nuove e preziose idee, da lui ricevute.
Infine diventammo amici e spesso andai a trovarlo.
Sto ancora cercando di aiutare gli uomini sulla Terra, chissà se mi
ascolteranno…
(Elisa Carulli)