"In classe abbiamo parlato della Giornata della Memoria, che ricorda la deportazione degli Ebrei nella Seconda Guerra Mondiale da parte dei Tedeschi.
Adesso vi voglio raccontare due cose. La prima è questa: un giorno i Tedeschi andarono dai miei bisnonni e mangiarono tutte le galline; il giorno dopo tornarono perché volevano le uova, ma la bisnonna non le poteva dare perché non aveva più le galline. Allora i Tedeschi presero il fratello di mio nonno, che aveva un anno, e lo buttarono in terra: lo pestarono e gli spappolarono tutti gli organi interni. Dopo poco tempo morì, e questo poteva succedere anche a mio nonno.
La seconda cosa è questa. L'insegnante di mio padre era stato deportato in Germania: venivano messi su dei treni merci, poi li dividevano, da un lato le madri con i bambini di età inferiore ai sedici anni; dall'altra parte uomini o ragazzi che avevano più di sedici anni. Lui aveva dieci anni, ma disse che ne aveva sedici; così andò a lavorare con gli uomini. Le donne ed i bambini li facevano entrare in alcune docce: da lì usciva il gas e loro morivano. Quando dividevano uomini e donne, l'insegnante chiamava un soldato "l'angelo dai capelli biondi", che aveva in mano un frustino. Li tatuavano un numero sul braccio, poi li rasavano i capelli e li facevano spogliare; dopo li facevano mettere un vestito a righe. In seguito vennero liberati; furono deportati quasi alla fine della seconda guerra mondiale. Usciti, furono liberi. L'insegnante lo raccontò alla sua classe di alunni e mostrò il numero impresso sul braccio.
E' morto ad ottantaquattro anni." (riflessione scritta da Giorgia Salvi)
Adesso vi voglio raccontare due cose. La prima è questa: un giorno i Tedeschi andarono dai miei bisnonni e mangiarono tutte le galline; il giorno dopo tornarono perché volevano le uova, ma la bisnonna non le poteva dare perché non aveva più le galline. Allora i Tedeschi presero il fratello di mio nonno, che aveva un anno, e lo buttarono in terra: lo pestarono e gli spappolarono tutti gli organi interni. Dopo poco tempo morì, e questo poteva succedere anche a mio nonno.
La seconda cosa è questa. L'insegnante di mio padre era stato deportato in Germania: venivano messi su dei treni merci, poi li dividevano, da un lato le madri con i bambini di età inferiore ai sedici anni; dall'altra parte uomini o ragazzi che avevano più di sedici anni. Lui aveva dieci anni, ma disse che ne aveva sedici; così andò a lavorare con gli uomini. Le donne ed i bambini li facevano entrare in alcune docce: da lì usciva il gas e loro morivano. Quando dividevano uomini e donne, l'insegnante chiamava un soldato "l'angelo dai capelli biondi", che aveva in mano un frustino. Li tatuavano un numero sul braccio, poi li rasavano i capelli e li facevano spogliare; dopo li facevano mettere un vestito a righe. In seguito vennero liberati; furono deportati quasi alla fine della seconda guerra mondiale. Usciti, furono liberi. L'insegnante lo raccontò alla sua classe di alunni e mostrò il numero impresso sul braccio.
E' morto ad ottantaquattro anni." (riflessione scritta da Giorgia Salvi)
"In questa canzone parla un bambino, che dice che è morto con tante altre persone ed è passato per il camino dei forni crematori, che fumavano; dopo le loro ceneri andavano nel vento.
Ad Auschwitz c'era la neve ed il fumo saliva piano piano.
Ad Auschwitz c'erano molte persone, ma anche silenzio.
Perché le persone avevano fame ed erano assetate; questo bambino si chiede quando l'uomo smetterà di ammazzare i suoi fratelli. La guerra c'è ancora e l'uomo non ha capito ancora che non bisogna uccidere le altre persone." (riflessione di Veronica Lotti sulla canzone "Auschwitz" di Francesco Guccini)
Ad Auschwitz c'era la neve ed il fumo saliva piano piano.
Ad Auschwitz c'erano molte persone, ma anche silenzio.
Perché le persone avevano fame ed erano assetate; questo bambino si chiede quando l'uomo smetterà di ammazzare i suoi fratelli. La guerra c'è ancora e l'uomo non ha capito ancora che non bisogna uccidere le altre persone." (riflessione di Veronica Lotti sulla canzone "Auschwitz" di Francesco Guccini)
"Secondo me, questa canzone è molto bella, perché spiega molte cose, ma è anche molto triste, perché parla di morti e delle cattiverie degli uomini.
Secondo me, nessuno è perfetto, quindi perché Hitler diceva che voleva distruggere gli Ebrei perché erano di razza inferiore ? Sarebbe Hitler di razza superiore ?" (riflessione di Filippo Brogi).
Secondo me, nessuno è perfetto, quindi perché Hitler diceva che voleva distruggere gli Ebrei perché erano di razza inferiore ? Sarebbe Hitler di razza superiore ?" (riflessione di Filippo Brogi).